Saturday, September 02, 2006

Considerazioni esistenziali sulla musica ggiovane nel mese di agosto. Ovvero: primi due giorni del Fosbury Festival a Galliera Veneta (PD)

I Valentina Dorme non deludono mai. Mario Pigozzi Favero ha carisma da vendere e sul palco ne fa un uso intelligente. Mai sopra le righe, ma sempre trasportato verso il climax dei brani, la chitarra al servizio dei brani e dei brandelli di storie che esse raccontano. Ma quello che ho notato ieri sera è che il lavoro di cesello e cucitura non è fatto dalle melodie accennate, trattenute, esplose, ma dall'ossatura di un basso che continua a riprendere le schegge ritmiche della batteria e le trame melodiche, riportando tutto a casa. I brani oramari sono, per me, dei classici: nella mia personale discografia, i Valentina Dorme occupano gli spazi del cuore e una fetta del mio immaginario in bianco e nero.


Non capisco invece la monotonia delle altre proposte. Monotonia che sfocia nella quasi totale mancanza di personalità musicale, artistica. Tante band tutte uguali a qualcosa di già sentito prima e meglio. Tutti finti divi, costretti a elogiare il banale della quotidianità, ma senza crederci. Queste sublimazioni di incapacità più alte mi fanno vergognare: per la cecità, la scarsa autocritica, la quasi assente curiosità. Si salvano qualche ideuzza dei By Popular Demand, che si vede essere nati per il divertimento di chi suona senza troppe pretese, e qualche raro feedback dei Redworm's Farm. Il resto è una desolante parata di corpi umani che vorrebbero essere altro, tanto tra i musicisti, quanto tra gli ascoltatori. Con buona pace di tutti i nerd, cui peraltro sono affezionato, che credono che solo quando sotto il palco ci si conosce tutti, allora si può parlare di buon concerto.


www.valentinadorme.it
www.fosburyrecords.org

2 comments:

Anonymous said...

ehi nerdone, impara a scrivere... sei ridicolo

Anonymous said...

Ma perché la gente che critica senza argomentare non ha mai il coraggio di firmarsi?
Se questo anonimo mi indicasse dove poter leggere suoi scritti, in modo che possiamo umilimente imparare, ne sarei felice...