Tornato da un agosto dedicato a un viaggio attraverso la Spagna, soprattutto quella di Federico García Lorca e della Seconda Repubblica, apro La Repubblica e non posso non condividere con voi alcune righe di Francesco Merlo, proprio mentre andavo cercando un senso al ritorno a casa, alla propria routine.
“Il turista moderno è un uomo in vacanza antropologica: vacanza di lavoro, vacanza mentale, vacanza morale, vacanza sessuale. I turisti sono uomini per una volta l'anno in curva sud, uomini dediti appunto alla vacanza, all'attività del vacuo, del vuoto, uomini torricelliani.
Eppure l'uomo è infelice perché si scopre vuoto torricelliano, abitante della vacanza, vacante o vacanziero. E per non sentirsi un recipiente di vuoti, in odio alla vacanza esistenziale si trasforma in ragno che elabora i fili, e lavora, ed è felice se non va in vacanza, e sa di lavorare sempre perché come dice Dino Risi citando Conrad:'Come faccio a spiegare a mia moglie che quando guardo fuori dalla finestra sto lavorando?'.
Dunque “solo” chi pensa al lavoro come dannazione biblica va in vacanza. Si rifugia nel turismo chi, già durante l'anno, non ha prodotto nessun filo di quella ragnatela. Il turista fatica e ozia, mai lavora e riposa. E si sente turista in vacanza chi, ovunque si trovi, è abituato a stare lontano daa se stesso, chi è sempre e comunque un turista in vacanza perché sempre protagonista di un'occupazione faticosamente inattiva, come la biella che si muove in un motore senza olio."
Wednesday, August 30, 2006
Di ritorno dal viaggio...
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