Thursday, September 28, 2006

Un po' di musica copyleft....

Scrivo un piccolo post per segnalare un interessante realtà della Rete, che si prefigge di distribuire musica libera dalla SIAE. Si tratta di (L)eft - produzioni musicali libere. Vi consiglio di perdere un po' di tempo a leggere i post e - soprattutto - ad ascoltare la musica che le varie "etichette" che cadono sotto il suo accogliente ombrello offrono: non ne rimarrete delusi...

Personalmente ho una passione smodata per le creature dei Dischi di Marte, soprattutto per Giordano di Fiore e Tetraedro (ma non sono geniali i tre pezzi proposti? Carmelo Bene mi fa andare giù di testa!

(L)eft - produzioni musicali libere

Dischi di Marte

Tuesday, September 19, 2006

Ambientalismo o ecologia?

Che rapporto abbiamo con la città e il territorio in cui viviamo? Come hanno cambiato il modo din intendere lo spazio le tecnologie dei trasporti? Che cosa significava il secolo scorso l'avvento della città industriale? E oggi?

Sono solo alcuni spunti attorno ai quali si rifletterà a Bologna durante la "rassegna" (e non l'ennesimo festival) Storia e Ambiente. Saranno presenti personaggi di spicco a livello mondiale, come John McNeill, autore di un meraviglioso libro sulla storia dell'ambiente, l'architetto Mario Botta, il geografo Franco Farinelli (se non l'avete ancora fatto, procuratevi e divorate il suo Geografia edito da Einaudi) e tanti altri.

Uno dei punti nodali è capire che senso hanno gli ambientalismi nel mondo di oggi, quando anche la scienza ha figliato la propria disciplina in questo settore, l'ecologia (che non significa fare ecologia rispettando l'ambiente, ma studiare i rapporti che regolano i territori e gli ambienti). E di lì un passo avanti: quali margini di intervento? E in che direzione?

programma della rassegna qui:
www.storiaeambiente.it

Wednesday, September 13, 2006

Scrivo un libro sulla ricerca scientifica. Anzi no: un romanzo (rosa)

Il 15 ottobre del 1951 Carl Djerassi sintetizzò il primo contraccettivo orale, il primo avo della moderna pillola contraccettiva. Pur non avendo vinto il Nobel - e credo anche per motivi "etici" - Djerassi ha scritto più di 1200 articoli di chimica e sette monografie. Ma ora la sua attività principale è la "fantasia sulla scienza": inventare storie basate sulla scienza, ma senza essere fantascienza.

In questo romanzo, che fa parte di una tetralogia, mi ha molto colpito la franchezza con la quale si parla anche male dell'ambiente scientifico. Ci sono ciniche ricercatrici disposte a qualsiasi "sacrificio" pur di fare carriera. Emergono caratteri decisi e cocciuti, intrighi tra le mura dei dipartimenti e si fa un sacco di sesso. Ecco, non capisco perché praticamente tutte le donne del romanzo siano bellissime e disponibilissime. Addirittura trovano attraente l'inesperienza del giovane ricercatore, quando nella vita reale chi non sa scopare viene di solito messo alla porta... E gli uomini non è che siano da meno, sempre affascinanti e senza un chilo di troppo.

Diciamo che la lettura è interessante perché attraverso il romanzo si capiscono molte cose di come funziona il mondo delle scienze: pubblicazione su riviste, referaggio, carriera accademica, rapporti tra scienziati, ecc. Allo stesso tempo è divertente perché è un libro pieno di amore (in tutti i sensi), quasi un Harmony o un romanzo d'appendice. Sinceramente scrivessi io un libro così, nessun editore lo vorrebbe mai pubblicare. Figuriamoci addirittura tradurlo in un'altra lingua...
Ma l'autore de Il dilemma di Cantor è Carl Djerassi, il primo uomo che ci ha liberato dall'incubo del "lotto vaticano", dal salto della quaglia e, in fin dei conti, ci ha reso la vita un po' più divertente. E rosa.

Sunday, September 10, 2006


Upsidedown #5/Monstre #2

Madrid, August 11th 2006

Saturday, September 02, 2006

Considerazioni esistenziali sulla musica ggiovane nel mese di agosto. Ovvero: primi due giorni del Fosbury Festival a Galliera Veneta (PD)

I Valentina Dorme non deludono mai. Mario Pigozzi Favero ha carisma da vendere e sul palco ne fa un uso intelligente. Mai sopra le righe, ma sempre trasportato verso il climax dei brani, la chitarra al servizio dei brani e dei brandelli di storie che esse raccontano. Ma quello che ho notato ieri sera è che il lavoro di cesello e cucitura non è fatto dalle melodie accennate, trattenute, esplose, ma dall'ossatura di un basso che continua a riprendere le schegge ritmiche della batteria e le trame melodiche, riportando tutto a casa. I brani oramari sono, per me, dei classici: nella mia personale discografia, i Valentina Dorme occupano gli spazi del cuore e una fetta del mio immaginario in bianco e nero.


Non capisco invece la monotonia delle altre proposte. Monotonia che sfocia nella quasi totale mancanza di personalità musicale, artistica. Tante band tutte uguali a qualcosa di già sentito prima e meglio. Tutti finti divi, costretti a elogiare il banale della quotidianità, ma senza crederci. Queste sublimazioni di incapacità più alte mi fanno vergognare: per la cecità, la scarsa autocritica, la quasi assente curiosità. Si salvano qualche ideuzza dei By Popular Demand, che si vede essere nati per il divertimento di chi suona senza troppe pretese, e qualche raro feedback dei Redworm's Farm. Il resto è una desolante parata di corpi umani che vorrebbero essere altro, tanto tra i musicisti, quanto tra gli ascoltatori. Con buona pace di tutti i nerd, cui peraltro sono affezionato, che credono che solo quando sotto il palco ci si conosce tutti, allora si può parlare di buon concerto.


www.valentinadorme.it
www.fosburyrecords.org