... e quel pezzetto di fest che sono riuscito a vedere non mi è dispiaciuto. certo alcune cose andrebbero migliorate (come l'acustica del salone degli incanti o almeno il non proporre eventi in contemporanea in quel salone: si fatica a seguire il filo del discorso di chi parla), ma è la prima edizione e si potrà migliorare.
interessante anche la lista degli ospiti, che comprendeva super star internazionali come john barrow ed helga nowotny, star de noatri come enrico bellone, marghrita hack, telmo pievani e tanti altri. interessanti anche alcuni interventi, ma...
...ma è la riflessione sulla scienza e la conseguente comunicazione della scienza che non mi convince. ci si riempie facilmente la bocca dei problemi di biopolitica senza mai aver aperto un libro di foucault, oppure si analizza la crisi della rappresentanza democratica, ma si dimentica che tali riflessioni sono presenti nel discorso (post-)post-moderno da molti anni o che esiste una riflessione sull'argomento fatta dagli studiosi di politica. per sintetizzare, pare che ci si dimentichi che gli scienziati, a loro volta, sono cittadini di un qualche paese, che pagano le tasse, votano, hanno libertà di esprimersi. molto spesso si sente dire dagli scienziati che loro non fanno politica, perché si vogliono concentrare solamente sulla ricerca. salvo poi esercitare un'influenza politica sulle istituzioni che erogano il denaro necessario a tali ricerche.
ma è vero anche il contrario. i politici si dimenticano di poter accendere il cellulare grazie alla meccanica quantistica, salvo poi cercare di spacciare i tentativi di aumento del (proprio) consenso promettendo riforme del sistema-ricerca, vantandosi delle capacità di cervelli fini compatrioti quando devono creare l'immagine del paese che rappresentano.
e si può dimenticare chi appartiene ai media? anche loro hanno la loro bella parte, perché vogliono essere liberi di agire, cercando di informare, divulgare senza avere il bavaglio. salvo non avere il coraggio di smantellare l'ordine dei giornalisti (anacronistico), non smettere mai di diffondere contenuti di scarsa qualità ("eh, ma con quel budget così limitato..."), continuando però a gloriarsi del fatto che senza di loro non si potrebbe mai migliorare (se esiste) quel rapporto (democratico?) tra scienza e società. come se scienza, società e media fossero tre entità completamente disgiunte, mai compenetrate, tre pianeti che comunicano via radio.
e in tutto questo, perché non si tira quasi mai in ballo il problema economico? costruire un acceleratore di particelle, un nuovo ospedale per la ricerca, un nuovo telescopio o altro costa. e come tutte le imprese che hanno un costo, o vengono finanziate senza la speranza di un ritorno economico, o devono arrivare almeno al pareggio. voi mettereste mai i vostri risparmi in un'azienda che non ha idea di quale sia la propria strategia di vendita, non sa ancora cosa produrrà e quando? eppure le grandi scoperte scientifiche avvengono un po' così: non possiamo finalizzare (come in certi ambienti si vorrebbe andasse di moda) la ricerca scientifica. semplicemente sapere più cose sul mondo, spesso ci ha aiutato a produrre tecnologia utile e benessere. ma chi mi assicura che sarà sempre così? non voglio arrivare a una deriva polemicamente anti-scientifica, che chi mi conosce sa non appartenermi in nessun modo, ma questo nodo sulla natura della scienza e della sua (oggettiva) necessità di essere finanziata da qualcuno mi pare essere la contraddizione fondamentale in questi anni. ma tutti sembrano più interessati ad altro.
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Monday, May 21, 2007
trieste è bella...
Posted by bos at 10:30 pm Labels: attualità, fest scienza, science, società
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